sabato 10 dicembre 2016

FACCIAMO SPAZIO

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». (Mt 11,2-11)
"Ai poveri è annunciato il Vangelo". Il tempo sembra essersi fermato a quel giorno. I poveri, i malati, i bambini, gli anziani, gli invalidi, oggi forse più di ieri, sono considerati un peso per la società. Gesù ribalta tutto e dice cose rivoluzionarie nella loro semplicità, che ancora oggi non sono state messe in pratica. Gli stessi uomini di Chiesa, noi, duriamo fatica a entrare in questa ottica. Eppure questo concetto è ripetuto spesso, è alla base del messaggio di Gesù.
"Le dottrine fautrici di indifferentismo religioso o negatrici di Dio e dell'ordine soprannaturale, le dottrine che ignorano la Provvidenza nella storia ed esaltano sconsideratamente la persona del singolo uomo, con pericolo di sottrarlo alle responsabilità sociali, è dalla Chiesa che devono risentire la parola coraggiosa e generosa, che già fu espressa nell'importante documento Mater et Magistra, dove è riassunto il pensiero di due millenni di storia del cristianesimo. In faccia ai paesi sottosviluppati la Chiesa si presenta quale è, e vuol essere, come la Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri". (Papa Giovanni XXIII nel radiomessaggio a un mese dal Concilio Ecumenico Vaticano II, Martedì 11 settembre 1962)
Cosa mi impedisce di andare verso gli "ultimi" della terra? Perché non sono capace di assimilare, di "masticare" questo messaggio di Gesù? Questo dovremmo domandarci. Ci fa bene affrontare i nostri limiti. Preghiamo, chiediamo aiuto a Dio, per fidarci di Lui, per fidarci della "Provvidenza", per diventare noi stessi poveri, per buttare via tutto quello che di superfluo affanna i nostri cuori. Se ci facciamo poveri, se facciamo spazio, il Vangelo potrà far breccia dentro di noi. Allora quel messaggio lo sentiremo più vicino, sarà più comprensibile e potremo viverlo con gioia.
"Infatti, la nostra missione è quella di andare prima di tutto verso coloro la cui condizione richiede a gran voce la speranza e la salvezza che solo Cristo può dare pienamente. Sono i poveri dai molteplici volti: noi diamo loro la preferenza". (Sant'Eugenio de Mazenod, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata OMI)

Nessun commento:

Posta un commento