sabato 31 dicembre 2016

STUPIAMOCI E STUPIAMO

In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo. (Lc 2,16-21)
Finisce oggi il lungo giorno di Natale (Ottava di Natale) e la liturgia ci regala la festa di Maria, figlia e allo stesso tempo madre del suo Creatore. Su questo le parole più belle sono quelle di un ispirato Dante che, nel XXXIII e ultimo canto del Paradiso, scrisse: "Vergine Madre, figlia del tuo figlio... tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura".
Il Vangelo, poi, ci mette di fronte le figure dei pastori che dopo aver fatto il pieno di meraviglia, di stupore, in ginocchio, davanti alla grotta di Betlemme, se ne tornano al loro lavoro dicendo a tutti, a tutti, quello che avevano udito e visto.
Nell'incontrarvi per la prima volta, vi prego principalmente di non dare mai per scontato il mistero che vi ha investito, di non perdere lo stupore di fronte al disegno di Dio, né il timore di camminare in coscienza alla sua presenza e alla presenza della Chiesa che è prima di tutto sua. In qualche parte di sé stessi bisogna conservare al riparo questo dono ricevuto, evitando che si logori, impedendo che sia reso vano. (Papa Francesco, Discorso ai nuovi vescovi nominati nel corso dell'anno, Giovedì 18 settembre 2014)
Ecco, nelle parole di Papa Francesco, l'invito che infiammò il cuore dei pastori di Betlemme, ecco l'invito che dovrebbe infiammare i nostri cuori: "Vi prego di non dare mai per scontato il mistero che vi ha investito, di non perdere lo stupore di fronte al disegno di Dio, [di] conservare questo dono ricevuto, evitando che si logori".
Preghiamo allora il Signore affinché ci dia la forza di mantenere accesa questa fiamma nel nostro cuore, in modo da poter rinnovare ogni giorno lo stupore del Natale e da poterlo, poi, annunciare a tutti quelli che incontriamo nella nostra vita.
Riconosco, o Signore, e te ne ringrazio, che hai creato in me questa tua immagine, affinché, memore, ti pensi e ti ami. Ma l'immagine è così cancellata dall'attrito dei vizi, è così offuscata dal fumo dei peccati, che non può fare ciò che dovrebbe, se Tu non la rinnovi e la riformi. Non tento, o Signore, di penetrare la tua profondità poiché in nessun modo posso metterle a pari il mio intelletto; ma desidero comprendere in qualche modo la tua verità, che il mio cuore crede ed ama. Non cerco infatti di comprendere per credere, ma credo per comprendere. Poiché credo anche questo: che "se non avrò creduto non potrò comprendere". (Sant'Anselmo d'Aosta)

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