sabato 7 gennaio 2017

FIGLIO MIO, TI AMO

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento». (Mt 3,13-17)
Nelle parole di Dio riecheggia quel che l'Angelo disse in sogno a Giuseppe - "Dio con noi" - e anche l'intuizione di Giovanni Paolo I - "Dio è madre". Dio parla proprio come una madre cotta d'amore per il proprio figlio, parla di Gesù come "l'amato". Ecco come ci dobbiamo sentire noi: amati dall'Amore più grande di tutti, amati da Dio. Così, senza violentarci per cercare di piacere a qualcuno che già ci ama. Sicuramente è nostro dovere cercare di superare noi stessi, i nostri limiti, le nostre debolezze ("in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo" Rm 7,18), ma è anche sacrosanto dire, se detto con cuore sincero: "Signore io sono questo, provo a tirare fuori il meglio di me ma non sempre ci riesco". Ecco, Lui ad un cuore sincero risponderà sempre: "Figlio mio, ti amo".
"Gesù Cristo dà agli uomini la Legge nuova, la Legge del Vangelo, la quale assume e realizza in modo eminente la legge naturale, liberandoci dalla legge del peccato, a causa del quale, come dice san Paolo, «in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo», e dona agli uomini, mediante la grazia, la partecipazione alla vita divina e la capacità di superare l’egoismo".(Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, San Pietro, 30 settembre 2010)
Allora preghiamo e chiediamo a Gesù la forza per "superare l'egoismo", la forza per attuare il bene, la forza di riconoscere i nostri limiti, la forza di tornare da Lui con cuore sincero, la forza di sentire quella voce che ci dice ancora e per sempre: "Figlio mio, ti amo".
"Se è necessario, agiamo in modo da avere una casa dove possano essere raccolti questi bambini.
È possibile che non vengano amati.
È possibile che i loro genitori non possano affrontare lo sforzo di occuparsi di loro.
Occupiamoci noi di loro.
Con ciò, voi e io realizzeremo qualcosa di bello per Dio.
Offriremo così uno splendido focolare a un bambino che, altrimenti, non sarebbe amato.
Faremo in modo che questo bambino sia amato. Faremo in modo che il cuore di questa madre si riempia di gioia.
Perché lì, nel fondo della sua anima, lei si sente tanto infelice...
Spero che pregherete perché Dio si stabilisca anche nelle vostre famiglie.
E che preghiate per vostro figlio, per vostra figlia, perché vostro figlio sia offerto a Dio, in suo servizio.
Per trasformarsi nel suo amore, nella sua bontà. Per essere il riflesso della sua vita nel mondo.
Per essere la speranza di felicità nel mondo.
Per essere la fiamma ardente di Dio nel mondo di oggi.
Il mondo non ha mai sperimentato un bisogno tanto grande dell’amore di Dio come oggi.
Non importa chi siete.
Forse siete una famiglia cristiana, una famiglia cattolica, oppure una famiglia non cristiana.
Ma ogni famiglia ha bisogno di pregare, ha bisogno di rivolgersi a Dio, ha bisogno di credere in Dio.
Ha bisogno di credere nell’amore di Dio".
(Santa Teresa di Calcutta)

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